Iniziative 2002 Parroco in Russia "a riposo forzato" Rassegna stampa   
La Gazzetta della Martesana - 20 maggio 2002 pagina 40  [Settimanale del nord-est milanese]
MELZO - Si è tenuto lo scorso giovedì, nel salone della parrocchia Sacro Cuore, l'incontro con Padre Stefano Caprio, il sacerdote italiano che dal 1990 opera in Russia, paese dal quale è stato espulso poco più di un mese fa, senza una spiegazione. Padre Stefano, carissimo amico di don. Anelo Cairati, è parroco nelle città di Vladimir e Ivanovo, dove sono presenti comunità cattoliche di circa cinquecento fedeli, e professore all'istituto di teologia San Tommaso D'Aquino, nonché all'università statale umanistica di Mosca.

L'8 aprile 2002, tre giorni dopo il suo provvisorio rientro in Italia, il console russo gli ha comunicato il divieto di rientrare in Russia, aggiungendo di non essere autorizzato a spiegarne i motivi e di non ritenere necessario rispondere alla richiesta di restituzione del visto, tra l'altro sottrattogli di nascosto dalla polizia dell'aeroporto di Mosca.

Il 19 aprile il caso si ripete a Monsignor Jerszy Mazur, cittadino polacco e vescovo a Irtkusk. La Conferenza dei vescovi cattolici in Russia ha rivolto un appello agli organi delpotere statale e a Vladimir Putin, affinché possa venir ristabilita la libertà religiosa ed eliminata ogni discriminazione dei cattolici, ma tuttora non si hanno notizie positive sulla questione.

«Bisogna vedere -ha spiegato Padre Stefano ai presenti- che proporzioni assumerà l'intera vicenda. L'unica cosa certa è che è solo attraverso il dialogo che si potrà risolvere la situazione».

Padre Stefano, accusato insieme a tutti gli altri cattolici di proselitismo, è semplicemente uno dei pochi padri cattolici «ammalati» di russofilia, ha imparato bene il russo, ha aiutato i dissidenti ortodossi al tempo della stagnazione, ha portato nel nostro paese decine di sacerdoti ortodossi per fargli vedere come lavorano i colleghi italiani, ha procurato medicinali e attrezzature per milioni di dollari per i malati di Nizhnij Novgorod e Mosca, ha accompagnato in Italia il defunto padre Aleksandr Men, quando gli arcipreti ortodossi gli sputavano addosso, e sta continuando a svolgere le sue mansioni da Melzo attraverso il telefono e la posta elettronica, in attesa di qualche risposta delle autorità civili e religiose.
Cri. Sve.

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