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Il Lievito - Febbraio 2003 - Pagina 16 [Mensile delle Parrocchie melzesi] |
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GALILEO, MITO E REALTA' A PALAZZO TRIVULZIO
La mostra, aperta dall'8 al 16 febbraio, sarà anche l'occasione per fare il punto sull'oggi dei rapporti tra scienza ed esperienza religiosa
Non si è trattato di uno scontro tra Chiesa e scienza e non ha costituito un blocco per la ricerca scientifica: sono due dei tanti "non è" che ormai anche molti studiosi laici iniziano a sostenere a proposito del cosiddetto "caso Galileo". È un collage di miti , come ha detto Giovanni Paolo II, costruiti in epoca illuminista e trascinati per due secoli nella mentalità corrente, fino ad installarsi d'ufficio tra le pagine dei testi scolastici. Un primo squarcio sulla realtà dell'incresciosa vicenda e soprattutto sull'oggi dei rapporti tra scienza ed esperienza religiosa, sarà offerto ai visitatori della mostra "GALILEO: Mito e Realtà", in esposizione a Melzo dall'8 al 16 febbraio 2003 nel Palazzo Trivulzio, organizzata dal Centro Culturale Candia col patrocinio del Comune e della Provincia.
Una proposta mossa non da intenzione polemica quanto piuttosto dal desiderio di incontrare un uomo e la sua esperienza di scienziato e di credente, collocandolo nel giusto contesto e cercando di evitare il rischio, che spesso inquina i giudizi storici, di valutare un evento del passato come se fosse contemporaneo, proiettando indietro acriticamente argomenti e problematiche che non hanno nulla a che vedere con i fatti.
In certi casi non si tratta soltanto di correggere un atteggiamento ma anche di affermare alcune verità. Bisognerà pure che l'opinione pubblica si convinca, con buona pace dei fan di Bertold Brecht, che Galileo non ha dimostrato il modello copernicano (non aveva le prove!); che la Chiesa gli ha dato tutte le opportunità per adottare una strategia meno aggressiva; che non è stato torturato… E sono numerose le testimonianze che la Chiesa, anche a quell'epoca, non era ostile al progresso scientifico e che certi cardinali avevano posizioni aperte e molto vicine alla moderna filosofia della scienza!
Questo senza voler minimizzare intolleranze e prevaricazioni da parte di alcuni esponenti del sant'Uffizio, ma senza giudizi sommari. Del resto, quando Giovanni Paolo II ha riaperto l'esame del "caso" è stato molto chiaro nell'invocare "un leale riconoscimento dei torti da qualsiasi parte provengano".
I curatori della mostra insistono nel segnalare gli elementi positivi che emergono dalla ricostruzione storica e che possono contribuire con efficacia a far chiarezza anche sulla scienza attuale, sulla quale si stanno addensando nubi minacciose.
Chiara Rossi
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