Iniziative 2005 Russia: l'unità possibile Incontro   

Giovanna Parravicini






Alfredo Errico
Centro Culturale don Renzo Fumagalli, Cambiago -

I profeti dell'unità.

Venerdì 13 maggio, anniversario della prima apparizione di Fatima, dell'attentato al Papa Giovanni Paolo II il grande, antivigilia di Pentecoste. Abbiamo passato la sera guardando affascinati un mondo che sembra diverso, ma invece è unito a noi in modo sorprendente: la Russia e la chiesa russa.

Giovanna Parravicini della fondazione Russia Cristiana, una delle responsabili del Centro Culturale Biblioteca dello Spirito di Mosca ci ha raccontato della storia sovietica della sua esperienza diretta con alcuni dei profeti dell'unità russi a noi contemporanei: Sacharov, padre Men', Nadiezda Mandel'stam, Larisa Bogoraz, Nazarov. E ce l'ha fatta rovesciando il concetto comune di unità, cioè riportandolo alla sua origine: l'unità prima di tutto dell'uomo con sé stesso e con il mondo, possibile solo attraverso la bellezza.

"Voglio avere una faccia da uomo" - Sacharov.

"Se non parlo io, che parlerà?" - Larisa Bogoraz.

"Se la Russia è quello che è, è perché io sono quello che sono. Ma dalla rinascita del mio cuore può rinascere il mio paese" - Nazarov.

"La libertà non è acconsentire a tutte le voglie, ma ricercare un ideale grande" - Nadiezda Mandel'stam.

La Parravicini ci ha accompagnati attraverso l'esperienza grandiosa del Samizdat, le edizioni "fatte in casa" del periodo sovietico, nate dalla poesia, come affermazione della verità di sè, della bellezza di sè, non come contrasto politico ma in opposto ad esso e quindi nella consapevolezza dell'arrivo di arresto e lager, ma che hanno demolito il sistema.

Ci ha parlato della statura di Sacharov, il più noto dei dissidenti, ma anche dell'ingegnere padre di 4 (!) figli, che aveva scelto di fare l'operaio. Perché alla domanda su cosa vale la pena vivere, quali sono le cose fondamentali, aveva scelto di vivere la sua fede in Cristo, rinunciando così a svolgere la sua vera professione per non dover scendere a patti col potere.

Ci ha parlato di padre Men' come uomo e come prete, così convinto che l'ortodossia e cattolicesimo sono "i due polmoni della chiesa di Cristo" (Giovanni Paolo II) che lui, ortodosso, non esitava a celebrare e comunicare in rito latino per gli amici cattolici in Russia. Con la coscienza così certa che "Cristo è tutto in tutti" da convertire tanta gente solo per il suo modo di rapportarsi con ognuno, vedendo in ciascuno il corpo di Cristo vivo. Padre Men' è vissuto negli ultimi anni del regime, assassinato nel 1954 da emissari regime, dopo aver scritto decine di libri pubblicati a milioni in tutto l'impero sovietico, alimento e rinnovo della fede per tanta gente.

Giovanna ci ha parlato della situazione attuale della chiesa ortodossa, del suo difficile stato, come esito di tanti anni di comunismo e decimazioni, giunto a completamento di due secoli di repressione iniziata con lo zar Pietro, e anche per la difficoltà morale dei suoi membri di oggi, molti dei quali ordinati preti più per necessità pastorale che per loro vocazione. Pur nel contrasto che connota certe esternazioni nei rapporti ufficiali tra Chiesa cattolica e ortodossa, la Parravicini ci ha ricordato che il credo è lo stesso, i sacramenti sono gli stessi, unica è la fede in Cristo: quindi questi fratelli sono davvero una cosa sola con noi, tanto che "il paradiso non sarebbe lo stesso senza di loro". La chiesa ortodossa russa è malata ed ha bisogno del nostro aiuto, della Chiesa cattolica.

Russia Cristiana e la Biblioteca dello Spirito stanno facendo proprio questo: diffondono pubblicazioni (500 libri al giorno), organizzano seminari, convegni, corsi di formazione. Tutto in piena armonia col patriarcato di Mosca. Ma anche si coinvolgono con le necessità della gente, partendo dal bisogno: nelle carceri porta la Presenza che attendono, dove manca lavoro e formazione arriva a "combinare" necessità e realtà, facendo sorgere opere. Sempre umili davanti alla realtà, senza un programma predefinito, con la certezza dell'opra della Provvidenza, perché "qualunque cosa Dio ci metta davanti ci chiede di parteciparvi, e ci dà i mezzi per farlo". Perché tutto nella vita è una grande e misteriosa coincidenza. L'uomo la può riconoscere e servire solo partendo dalla propria unità, attraverso la bellezza della propria verità: perciò da Cristo, verità e bellezza di ogni uomo, di ogni "io", di me e di te.

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