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Nella suggestiva cornice di Palazzo Trivulzio, a Melzo, si è aperta, il 25 marzo, la mostra "Pronti, Partenza… Vita! Documenti e ipotesi sull'origine dell'Universo", organizzata dal Centro Culturale Marcello Candia in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune.
Il professor Mario Gargantini, uno dei curatori, ci introduce alla mostra attraverso un pannello in cui la storia dell'Universo è stata compressa in un anno.
È interessante notare che, se fissiamo il Big Bang al 1 gennaio, le prime Galassie compaiono verso metà febbraio, il nostro sistema Solare si forma ad ottobre, a novembre si hanno le prime macromolecole di DNA e soltanto alle 22.00 del 31 dicembre i primi ominidi passeggiano nella Savana.
Quella che noi studiamo come Storia si svolge tutta nell'ultimo minuto: Gesù Cristo nasce 4 secondi prima di mezzanotte, l'America viene scoperta nell'ultimo secondo e l'uomo mette piede sulla Luna 4 centesimi di secondo prima della fine dell'anno!
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La prima parte della Mostra ripercorre la storia dell'Universo dalle sue origini alla formazione del nostro sistema solare. In un tunnel oscuro sono state ricostruite le fasi "buie", dal Big Bang alla formazione degli atomi…
Le prime grandi tappe della storia cosmica si sono svolte infatti nel buio più assoluto, per il fatto che le particelle di luce, i fotoni, erano completamente mescolate alle altre particelle mentre la temperatura e la pressione diminuivano rispetto ai valori enormi dell'istante iniziale.
Così, dopo i primi 0,000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.1 secondi (il cosiddetto tempo di Planck) dei quali non possiamo sapere nulla per mancanza di teoria adeguate, attraversiamo una fase dominata da un "brodo di quark" fino a raggiungere le condizioni adatte alla formazione di protoni e neutroni (dopo un millesimo di secondo) e di elettroni (dopo 100 secondi). Ci vorrà mezz'ora per avere i primi atomi e per abbassare la temperatura al di sotto del "confortevole valore di 900 milioni di gradi.
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Solo dopo 300.000 anni potremo uscire dal tunnel: luce e materia si separano e proseguono la loro strada indipendentemente.
Dalla materia si aggregheranno via via le Galassie, fino alla via Lattea e al nostro Sistema Solare, col suo ricco corteo di Pianeti, Satelliti, Asteroidi e Comete.
La radiazione luminosa, raffreddandosi, si trasforma fino a rivelarsi sotto forma di radiazione di fondo a microonde a 2,7 gradi kelvin (cioè sopra lo zero assoluto): è la radiazione scoperta per caso nel 1964 e interpretata come "eco del Big Bang", partita 15 miliardi di anni fa e arrivata a noi uniformemente da tutto l'universo.
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All'uscita della prima parte della mostra ci si ritrova nel salone centrale di Palazzo Trivulzio e lo sguardo viene subito monopolizzato dalla ricostruzione, in grandi proporzioni, di un frammento di doppia elica del DNA, la macromolecola alla base di tutti i viventi.
Con queste proporzioni, 1 metro di DNA sarebbe lungo circa 3 chilometri...
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La seconda parte della mostra viene presentata da un altro curatore, il professor Paolo Tortora, biochimico dell'Università di Milano.
Vengono mostrate le proprietà dell'elemento chimico fondamentale per la vita, il carbonio e vengono spiegate le caratteristiche dei sistemi viventi, prima fra tutte la capacità di cooperare in vista di uno scopo e di interagire secondo un progetto.
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Il progetto è codificato in un linguaggio ben definito secondo un codice che fa corrispondere ad ogni tripletta di basi chimiche un particolare amminoacido; gli aminoacidi, a loro volta determinano le varie funzioni necessarie allo sviluppo e alla riproduzione della vita.
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Se qualcosa ora sappiamo circa la struttura e lo sviluppo dei viventi, resta acuto e avvincente l'interrogativo sull'origine della vita sul nostro Pianeta; e ancor più drammatico l'interrogativo sulla possibile presenza di vita altrove, nell'universo.
Qualche cenno di risposta alla prima domanda inizia ad affiorare: così Tortora ha parlato delle bocche idrotermali nei fondali oceanici...
Per la seconda, le incognite sono molte di più, e forse soltanto l'esplorazione diretta di altri corpi celesti potrà rivelare indizi credibili. Finora però i risultati non consentono di trarre conclusioni di nessun tipo.
È però sempre più difficile pensare al fenomeno della vita come ad una "mostruosa sequenza accidentale", per dirla come il celebre astrofisico Fred Hoyle e il visitatore è più portato a condividere l'affermazione del premio Nobel John Eccles citata nel pannello finale:
"La mia idea è che nell'origine e nella storia dell'universo si manifesti un grande disegno. Noi non siamo semplici creature del caso e della necessità ma partecipiamo in un ruolo centrale al grande dramma cosmico".
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Mario Gargantini
Paolo Tortora
due curatori della mostra.
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